Cari Lettori, da oggi vi racconteremo la storia di Baia Domizia, prima quella più recente, nota ai più ma non a tutti. E poi torneremo indietro nell’antichità e alle origini.
Prima puntata: Il progetto di località balneare moderna
Baia Domizia è quella che si definisce una città di fondazione. L’idea di fare della località un insediamento turistico nacque a metà degli anni 50. Nel 1958 era stato bandito un concorso nazionale per la progettazione di un centro turistico che doveva sorgere presso località “Pantano”, mettendo in vendita i terreni al miglior offerente. Il progetto non ebbe tuttavia seguito a causa della scarsa disponibilità di capitali e di iniziativa imprenditoriale locale.
Quindi nel 1960 il comune di Sessa Aurunca che allora aveva sotto la propria giurisdizione l’intero territorio di Baia Domizia -, nell’intento di valorizzare e urbanizzare la pineta indisse un concorso a livello nazionale. Per il vaglio dei progetti fu chiamata una commissione di professionisti di fama fra cui il Prof. Pacini, a quel tempo sovraintendente ai monumenti, e fu scelta una società veneta che aveva dimostrato di avere le capacità di costruire quasi dal nulla, in zone difficili ,una volta paludose come erano quelle del Veneto nelle coeve Bibione Mare e Lido di Jesolo.
Una pubblicità della società “Aurunca Litora” spiegava che il progetto rispettava l’ambiente naturale preesistente e che solo poche costruzioni sarebbero state visibili dalla spiaggia, mentre l’accesso al mare attraverso la pineta sarebbe avvenuto esclusivamente attraverso viali pedonali.
Il progetto di massima definitivo venne elaborato dall’architetto e urbanista padovano Lorenzo Menegazzo. La viabilità sarebbe stata costituita da un asse centrale curvilineo , che intersecava gli assi laterali tramite rotatorie erbose e dalla quale si dipartivano verso le aree residenziali piccole strade a scarso traffico; un’unica strada di scorrimento sarebbe stata posta esternamente al centro abitato.
Erano previsti tre “nuclei insediativi” a maggiore densità edilizia, che dovevano sorgere a circa 2 km l’uno dall’altro, intervallati da zone estensive e delimitati da due zone con impianti sportivi, a sud e a nord dell’insediamento: a nord, sul fiume Garigliano avrebbe dovuto sorgere un porto turistico, mentre a sud, approfittando delle sorgenti sulfuree nel territorio confinante dell’antica città di Sinuessa sarebbe dovuto sorgere un impianto termale.
Quando fu commissionata e progettata come località balneare destinata ad un pubblico d’élite, il nucleo centrale di Baia Domizia avrebbe dovuto ospitare la maggior parte dei servizi (ad esempio, uffici comunali, stazione autobus, azienda di soggiorno, banche, centri religiosi, scuole, stazioni di polizia, cinema e teatro, …).
Le tappe della nascita di Baia Domizia
Il progetto avrebbe dovuto concretizzarsi con le seguenti tappe:
- 1962: rilievi ed elaborazione di un piano regolatore generale;
- 1963: inizio dei lavori infrastrutturali su un terzo dell’area (strade, fognature, rete elettrica e idrica) e della costruzione di un grande albergo, di cinquanta villini e di venti negozi, tra cui un supermercato; inizio della campagna pubblicitaria;
- 1964: costruzione di impianti sportivi, di quaranta bungalows, di motel all’americana; lancio pubblicitario internazionale;
- 1965 inizio della costruzione di altri due alberghi e di tre pensioni; continuazione della campagna pubblicitaria;
- 1966: completamento delle opere stradali ed edilizie;
- entro un decennio, completamento del piano di massima.
Nella prossima puntata: “La costruzione e il boom economico”
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