Il “Recovery Fund”: 260 miliardi, euro più, euro meno, destinati all’Italia, in varie modalità e in forma di finanziamenti a fondo perduto o a tassi agevolati, stanziati dall’Unione Europa nell’ambito del programma “Next Generation EU” in risposta – senza precedenti – alla crisi pandemica per finanziare investimenti nello sviluppo sostenibile a sostegno delle nuove generazioni, e trainare la crescita dell’economia italiana. Il Governo Italiano ha già identificato le 3 linee strategiche di azione – digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e coesione sociale – e articolato le 6 azioni di intervento.
I campi di intervento del Recovery Fund
1. Infrastrutture digitali, per rendere entro il 2026 connessi il 100% degli italiani in banda larga, perchè è ormai lapalissiano, ai giorni nostri, la rete è sinonimo imprenscindibile di sviluppo e internazionalizzazione. 2. Rivoluzione verde, con forte crescita della raccolta differenziata (con tutti i benefici, anche economici, di un ciclo rifiuti realmente “circolare”), efficienza energetica (per ridurre i costo della bolletta), ottimizzazione delle reti idriche e delle perdite (che raggiungono in Italia livelli record; per ogni litro d’acqua che sgorga alla fonte, al consumatore ne arriva poco più di mezzo litro). 3. Infrastrutture per la mobilità sostenibile, con alta velocità (finalmente anche al Sud, investimenti in porti “verdi” per favorire le vie del mare che sono un asset di sviluppo unico e distintivo per l’Italia, con i suoi circa 8.000 km di coste. 4. Educazione e ricerca: per rinnovare finalmente la scuola e investire nella Ricerca, così i nostri amati giovani potranno restare in Italia e continuare a rendere il nostro Paese sempre più un punto di riferimento mondiale nei settori ad alta innovazione, come già oggi succede per le energie rinnovabili e le nanotecnologie, solo per citare due esempi. 5. Inclusione e coesione, per garantire pari opportunità di genere (nell’accesso al mondo del lavoro) e di aree geografiche (riducendo il divario Nord-Sud). 6. Salute, per migliorare le strutture sanitarie, i percorsi diagnostico terapeutici, l’efficacia delle cure anche da remoto. Un impegno senza precedenti che indirizza chiaramente molti dei problemi atavici del Meridione, con ben 82 miliardi di euro destinati proprio al Sud Italia.
E Baia Domizia?
Scorrendo le 6 azioni di intervento del Recovery Fund saltano subito in mente molte delle cose ampiamente migliorabili per rendere Baia Domizia una località balneare di rilievo internazionale. Infrastrutture di trasporto sostenibile per collegarla ai principali hub del turismo (Roma e Napoli). Un porto turistico sostenibile come da progetto iniziale degli anni ‘60, in grado di attrarre un turismo d’elitè; investimenti nelle reti idriche per rendere le nostre acque cristalline ogni giorno. Formazione e innovazione nel campo enogastronomico (abbiamo prodotti e aziende unici) e dei servizi turistici. Strutture sanitarie d’avanguardia. Solo alcune idee che si combinano perfettamente con le azioni identificate dal Governo Italiano. L’opportunità per Baia Domizia che non si ripeterà più, anche perchè per molti anni non ci saranno altri stanziamenti di fondi. Accedere ad essi, manco a dirlo, non sarà certo facile. Sono necessari progetti ben sviluppati e credibili, analisi degli impatti basati su fondamentali solidi, concertazione istituzionale per realizzarli. Gli enti locali hanno tempo fino al 31 Dicembre di quest’anno per presentare i progetti. Da queste pagine monitoreremo il lavoro del Comune di Cellole, del Comune di Sessa Aurunca, della Provincia di Caserta e della Regione Campania e ve ne daremo conto. Siamo sicuri che il buon senso e lo spirito imprenditoriale anche nel pubblico prevarranno su altre logiche. Perchè è più che evidente che Baia Domizia è già stata una località di prestigio a livello internazionale e può tornare ad esserlo senza il minimo dubbio.
RIPRODUZIONE RISERVATA.
Please follow and like us: