Scambio di frecciate su Facebook tra Lorenzo Di Iorio e Silvio Sasso. I due candidati sindaco alle elezioni comunali di Sessa Aurunca, hanno pubblicato due post che sembrano scritti apposta per attaccarsi l’uno l’altro. E a confermare l’ipotesi, anche la stessa foto utilizzata per accompagnare il post, quasi a voler togliere qualsiasi forma di equivoco.
Di Iorio su Facebook cita Gramsci
“Sono tranquillo, sereno, confortato dall’affetto creatosi attorno alla mia persona nonostante continuino gli attacchi ingiuriosi e privi di veridicità!”, scrive Di Iorio in un post, poco aver incontrato il presidente della Campania
Vincenzo De Luca. Poi la possibile allusione all’avversario: “Gramsci giudicava la tendenza a sminuire l’avversario come il documento della propria inferiorità perché si tende a diminuire rabbiosamente il proprio avversario per essere vittoriosi, ma in questa tendenza è insito il giudizio della propria incapacità e debolezza. Io non mi lascio trascinare in sterili polemiche e dico a taluno: invece di puntare il dito contro gli altri esamina prima te stesso! Continuo ad andare avanti, a testa alta, pensando ciò che potrò fare per il nostro Territorio; ciò di cosa abbiamo bisogno non è il delirio di qualcuno ma la concretezza di molti. Serena notte amiche ed amici tutti”.
La risposta di Silvio Sasso
Leggo con piacere che un candidato sindaco durante le sue molteplici oscillazioni politiche tra destra e sinistra avrebbe trovato anche il tempo di leggere Antonio Gramsci”, esordisce Sasso
nel suo post. “Spero abbia letto o gli abbiano raccontato anche di questo suo passo: ‘Nel Mezzogiorno predomina ancora il tipo del ‘paglietta’, che pone a contatto la massa contadina con quella dei proprietari e con l’apparato statale. Il Mezzogiorno era ridotto a un mercato di vendita semicoloniale, a una fonte di risparmio e di imposte ed era tenuto ‘disciplinato’ con due serie di misure: misure poliziesche di repressione spietata di ogni movimento di massa con gli eccidi periodici di contadini; misure poliziesche-politiche: favori personali al ceto degli ‘intellettuali’ o paglietta, sotto forma di impieghi nelle pubbliche amministrazioni, di permessi di saccheggio impunito delle amministrazioni locali…’.
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