Hanno vinto la loro battaglia davanti al Consiglio di Stato gli imprenditori casertani Antonio Picascia e Franco Beneduce, in passato minacciati dalla camorra e sotto scorta per un periodo dopo aver denunciato e fatto condannare gli estorsori del clan camorristico Esposito di SessaAurunca.
I giudici amministrativi hanno i accolto il ricorso presentato dalla “Cleprin“, impresa di detersivi, di cui i due imprenditori sono titolari, annullando gli atti del Comune di Carinola, in Provincia di Caserta, dove ha sede l’azienda, e della Sovrintendenza, che avevano contestato abusi edilizi sull’area dove sorge lo stabilimento. Le due amministrazioni – ha deciso il Consiglio di Stato – dovranno esprimersi nuovamente in merito a tutte le istanze di sanatoria dell’area presentate dalla “Cleprin”.
L’incendio nel 2015 e il contenzioso legale degli imprenditori
Fino a sei anni fa l’azienda aveva sede a Sessa Aurunca, ma dopo un incendio del luglio 2015 successivo alle denunce dei due imprenditori, e quasi sicuramente doloso, l’azienda nel marzo 2017 si trasferì al nuovo sito di Carinola. Sull’area vi erano abusi edilizi pregressi relativi ad alcuni immobili già presenti (poi demoliti dagli stessi imprenditori), per i quali Picascia e Beneduce presentarono domanda di condono al Comune di Carinola. Il Comune, però, nel marzo 2018, emanò ordinanze di abbattimento dei manufatti ritenuti abusivi e di divieto prosecuzione dell’attività.
La Procura di Santa Maria Capua Vetere nell’ottobre 2019, ottenne dal Gip il sequestro di immobili e terreni della “Cleprin” con facoltà d’uso, per cui l’attività aziendale è sempre continuata. Nel 2020 il Tar Campania ha bocciato il ricorso della Cleprin, confermando la legittimità degli atti di Comune e Sovrintendenza, ma ammettendo che sulle istanze di condono nessun ente si era espresso in maniera definitiva. La sesta sezione del Consiglio di Stato ha invece dato ragione in toto alla “Cleprin”.
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