Un dossier pubblicato quest’anno da Legambiente in cui sono analizzati i vari siti di stoccaggio di materiale radioattivo presenti in Italia, lancia un serio allarme per la centrale nucleare del Garigliano, vicino Sessa Aurunca. Secondo chi ha realizzato il dossier, infatti, il sito non sarebbe compatibile con una serie di misure di sicurezza.
Il sito non è adeguato allo stoccaggio di materiale e rifiuti nucleari perché la piana del Garigliano è zona alluvionale, coperta da formazioni quaternarie costituite da alternanze di argilla, ghiaia e sabbia; in particolare, queste ultime sono sede di falde freatiche e artesiane. Si trova inoltre in zona sismica di seconda categoria, ai piedi del vulcano di Roccamonfina.
Tali caratteristiche non danno sufficienti garanzie di sicurezza statica e tecnica, sia per installarvi una centrale nucleare sia per depositi di rifiuti e scorie radioattivi. Infine dista dalla costa di circa 5 km e circa mezzo chilometro in linea d’aria dal più vicino centro abitato (Maiano) e altri poco più distanti, oltre a essere vicino alla città di Sessa Aurunca. Infine, è area adiacente al Parco Regionale Roccamonfina-Foce del Garigliano.
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Cosa è stoccato nella centrale: i dati di Legambiente
La centrale fu costruita negli anni tra il 1959 e il 1964. Tra incidenti, guasti e interruzioni, anche lunghe, la centrale erogò energia fino al 1978. Fu poi chiusa definitivamente nel 1982, sia per le troppe lesioni all’interno dei circuiti, sia perché era stata costruita senza criteri antisismici.
Attualmente, si legge nel dossier di Legambiente, nella centrale nucleare del Garigliano, sono stoccati circa 3.000 metri cubi di rifiuti a media attività (quelli che durano alcuni secoli) e di rifiuti a bassa attività, chiusi in buste e sotterrati in 3 trincee tra il 1968 e il 1978. Inoltre, 158 tonnellate di amianto rimosse dall’edificio turbina e dall’edificio reattore, di cui 133 tonnellate contaminate da radioattività e temporaneamente stoccate nell’edificio ex diesel. La bonifica dell’amianto è iniziata a dicembre 2013.
La costruzione del deposito di cui la Sogin, società di Stato che si occupa della dismissione delle centrali nucleari, non ha mai ottenuto la concessione edilizia dal Comune di Sessa Aurunca, fu autorizzata con ordinanza del 15 dicembre 2006 dal generale Carlo Jean che utilizzò i poteri straordinari conferitigli dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nonostante fosse in corso una Conferenza dei servizi proposta dal circolo Legambiente “Alfredo Petteruti” di Sessa Aurunca.
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