Sulla vicenda che ha portato a essere indagato per corruzione e turbativa d’asta con l’aggravante mafiosa il sindaco di Sparanise, Salvatore Martiello, che si è autosospeso dalla carica intervengono il Comitato don Diana e il Coordinamento provinciale Libera Caserta, che da anni denunciano episodi di mala gestionne di risorse ai danni delle persone più fragili e infiltrazioni della camorra nel terzo settore.
Secondo l’indagine della Dda di Napoli e della Squadra Mobile di Caserta, sarebbe emerso un sistema di finti operatori socio assistenziali e finte cooperative costituite, dirette e finanziate in modo consolidato negli ultimi venti anni da un ramo della famiglia Del Vecchio, storicamente legata al clan Zagaria, che si sarebbero infiltrate nella pubblica amministrazione.
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Il comunicato delle associazioni antimafia
“L’indagine, si legge in una nota delle due associazioni antimafia, restituisce uno spaccato agghiacciante. Secondo i primi esiti investigativi, contando sulla collusione di dirigenti e amministratori, la camorra sarebbe riuscita a mettere le mani sulle risorse destinate alle persone fragili, a quei cittadini bisognosi di assistenza che per anni si sono visti negare il sostegno di servizi, finiti per esistere solo sulla carta e con l’unico obiettivo dell’illecito profitto”.
“Da anni – prosegue la nota congiunta – con la nostra rete di cooperative e associazioni impegnate nella costruzione di un vero welfare sociale, denunciamo lo scempio di appalti e affidamenti destinati sempre agli stessi soggetti, criminali e truffaldini che hanno scelto di giocare con il dolore e la vita delle famiglie e che nulla c’entrano con il Terzo settore. Perché quello vero è fatto di realtà che lavorano eticamente e che considerano gli utenti dei servizi non numeri, ma persone. Siamo pronti a batterci in ogni modo per la difesa dei diritti delle persone che hanno pagato e pagano il prezzo più alto di un sistema perverso, anche valutando, se necessario, una costituzione di parte civile in un eventuale processo che possa scaturire dalla conferma delle accuse”.
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