Riportiamo la lettera inviata ai fedeli della Diocesi di Sessa Aurunca dal Vescovo Francesco Orazio Piazza in vista del Natale 2021. Il testo completo.
“Carissimi Fratelli e Sorelle,
continua, per tutti noi, la prova di un contesto di vita segnato da difficoltà, incertezze e rischi. È grande il
desiderio di poter vivere, nella serenità, l’Evento del Natale del Signore Gesù, ma proprio ora, i pensieri di molti divengono ancora più cupi: per uno strano effetto di contrasto, rispetto alla gioia indicibile che il Natale mostra al cuore dell’uomo, la vicenda della pandemia, con tutti i suoi risvolti laceranti, appare ancora più tenebrosa. Per reazione cresce in tanti il desiderio di dare maggiore intensità esaltante ad un Evento ormai parte della trama vitale di tutti, credenti o no. Alla festività da vivere nella fede, rinnovando i segni della speranza per tutti, corrisponde, con accresciuta frenesia, il bisogno di dimenticare le crude difficoltà di questo momento, cercando non solo una desiderata normalità, quanto la esasperante ricerca di condizioni e segni che sembrano poter offrire una possibile signoria della vita.
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“Per l’uomo del consumo, il contesto pandemico ha generato una voracità ancora più accentuata verso ciò
che consegna sensibile soddisfazione ed esaudimento. All’ansia quotidiana di un contesto pandemico
corrisponde l’utilità di una pausa esistenziale in cui i pensieri sono centrati su tutto ciò che allontana dallo
spettro del quotidiano: una pausa utile a porre tra parentesi la fatica del vivere. Si accentua ancor più il desiderio di esorcizzare, con tutti gli stratagemmi possibili, il male che invade le persone e la
vita per dare peso solo a ciò che contrasta pensieri oscuri e limitanti: si cerca ciò che è utile, ciò che è mirato a riprendersi la vita, in tutte le sue sfaccettature. Ma, proprio questo desiderio, seppur generalmente centrato sui beni utili per l’esaudimento di tante aspettative, rivela l’efficacia semplice e profonda del messaggio del Natale.
È opportuno richiamare, in queste considerazioni, l’utilità, per l’Uomo, della nascita del Signore, secondo i tre motivi indicati da Jacopo da Varagine nella Leggenda Aurea. Il primo: in questo Evento è mostrato come il male non prevale e non potrà prevalere sull’uomo. In questa Nascita si palesa la radicale asimmetria tra bene e male. È un punto di non ritorno: malgrado tutte le evidenze del negativo, che continua a spargere la sua ombra, brilla l’esaudimento della speranza dell’uomo per una vita
realizzata e piena. Nella nascita di quel Bimbo è realizzata la novità attesa: nella intimità, semplice e libera, del cuore dell’uomo può radicarsi la luce che brilla nelle tenebre e le dirada. È sempre possibile guardare e attraversare le difficoltà con gli occhi della speranza: affrontarle senza subirle. Il secondo motivo: in questa Nascita è sancito il definitivo perdono. L’amore misericordioso è la condizione
irrinunciabile con cui Dio dimostra l’amore per le sue creature: «ha tanto amato il mondo da dare il Figlio
unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» (Gv 3, 16 – 18). In Lui siamo liberati dai vincoli che incatenano alla roccia del male e negano la vita:
liberazione operante nella fede riposta nella sua via, nella sua verità e nella sua vita. È il paradosso della fede: fidarsi e affidarsi a ciò che è manifestato in un bambino.
Non la potenza dei mezzi, ma la semplicità, indifesa e fiduciosa, divengono il mezzo utile per rispondere alla fatica del vivere. In questa Nascita la nostra rinascita come conversione del cuore. Chi è capace di af-fidarsi è già sul sentiero di una vita piena. Terzo motivo: se la misericordia e il perdono sono le condizioni di utilità offerte da Dio, a queste deve corrispondere, da parte dell’Uomo, la consapevolezza che le fragilità/povertà umane non sono un limite per conseguire una vita compiuta, ma la soglia da cui ripartire per esaudire il desiderio di felicità. Le fragilità, tratti comuni a tutti gli uomini, acquistano nuova luce: sono realtà che rendono evidente l’amore di cui ognuno è destinatario, malgrado tutto. Né il male, con tutti i suoi risvolti, né le fragilità umane, che segnano ognuno di noi, possono impedire che questo per-dono possa trasformare il cuore e la vita. Il dono di questo Figlio è per noi, perché nel cuore di ognuno
si radichi la pace, fermento di vita realmente vissuta in tutta la sua bellezza, spesso tragica, ma mai inutile o scontata.
In questo Natale, affido tutte le Comunità, le vostre Famiglie, alla Vergine Madre, Avvocata del nostro Popolo: Lei dona il Figlio per noi. Nel suo «SI» matura anche il nostro affidamento all’Amore Provvidente di Dio, TrinoUnico: è Dio Amore il senso e la destinazione della nostra vita. In questo fiducioso affidamento invoco su tutti Voi, soprattutto ammalati, quanti hanno perso la speranza e
coloro che vivono la solitudine, una rinnovata fiducia, anche attraverso l’intercessione dei nostri Santi patroni. La comune preghiera sia canto di lode a Dio e si concretizzi in una gratitudine che assume i tratti della carità operosa”.
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