Il piano di eradicazione della brucellosi bufalina “che scade a giugno di quest’anno non ha dato successi. La discussione aperta con gli allevatori è sull’individuazione di un percorso che invece dia successo, nel senso che bisogna eradicare la malattia e non l’animale”. Ne è convinto il presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, parlando dell’emergenza che ha riguardato diversi allevamenti bufalini anche della provincia di Caserta. “Siamo sperimentando che gli umani sono arrivati alla terza vaccinazione ed anche la vaccinazione nella bufala è un percorso obbligato”, ha aggiunto Oliviero.
A essere sotto accusa, sono i piani di intervento della Regione Campania sulla brucellosi bufalina. Un fronte di protesta che ha già visto gli allevatori scendere in piazza più volte, soprattutto nel Casertano, per chiedere il ricorso a strumenti alternativi agli abbattimenti, come il vaccino anti-brucellosi. Il piano di eradicazione regionale, accusano gli allevatori casertani, ha portato solo all’abbattimento ingiustificato di decine di migliaia di capi con sospetta brucellosi, poi rivelatisi sani, alla loro svendita alle multinazionali delle carni e alla chiusura di centinaia di allevamenti.
“Spero che il grido di dolore che lanciano gli allevatori casertani – ha proseguito Oliviero – sia accolto da chi deve predisporre un piano di eradicazione giusto e corretto e che vada in questa direzione” Per Oliviero “bisogna salvaguardare l’animale perché se si salvaguarda l’animale si tutela il prodotto ovvero la mozzarella che è un prodotto Dopo molto importante con un volume di affare di un miliardo e 200 milioni all’anno”. Oliviero ha detto, infine, che il reintegro dei capi nelle stalle sarà possibile “solo quando verrà fermata la malattia perché se non si ferma la malattia ogni sforzo sarà vano”.
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