Mancanza di agenti, difficoltà di gestione a causa della carenza di personale, e quando gli agenti sono in trasferta per accompagnare carcerati all’ospedale di Sessa Aurunca non vengono pagate le indennità e neppure i rimborsi pasto. A denunciarlo sono i sindacati di Polizia Penitenziaria in una nota comune inviata, tra gli altri, a Massimo Parisi (direttore generale del Personale e Risorse Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) e Carmelo Cantone (provveditore regionale della Campania), con la quale annunciano lo stato di agitazione nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta).
Nell’istituto, fanno sapere i sindacati, ci sono 800 detenuti, 200 tra uomini e donne appartenenti al circuito Alta Sicurezza, e altri 600 circa canalizzati in diversi circuiti detentivi tra cui anche l’Articolazione di Salute Mentale che richiede particolare attenzione perché soggetti con patologie psichiatriche. “Tenuto conto della rilevante carenza di personale sanitario e psichiatrico – affermano i sindacati – va da sé che la gestione ordinaria giornaliera dell’utenza diventa un’operazione difficile e complessa”.
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Inoltre, aggiungono, “non vengono elargite le indennità di missioni per traduzioni e non viene corrisposto a loro il rimborso dei pasti, soprattutto quando questi svolgono servizio presso il nosocomio di Sessa Aurunca”. La pianta organica del carcere prevede 470 unità ma, attualmente, “solo in 410 sono in forza operativa per le ragioni giudiziarie note a tutti”. Poi ci sono poliziotti andati in pensione mai rimpiazzati. Con la missiva, dicono infine i sindacati di Polizia Penitenziaria, viene investita della questione “il direttore generale del Personale e delle Risorse, affinché proceda nell’invio di un congruo numero di unità di Polizia Penitenziaria, in concomitanza delle assegnazioni dei nuovi agenti, collocato in posizione utile nella graduatoria nazionale di mobilità”.
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