In questa rubrica ripercorriamo alcuni dei casi di cronaca nera più noti nella storia recente in Terra Aurunca e Litorale Domizio e di vittime innocenti della camorra. La storia di oggi è dedicata ad Giuseppe Mascolo, le informazioni sono prese da una ricostruzione della Fondazione Pol.i.s della Regione Campania.
Giuseppe Mascolo, titolare di una nota farmacia a Cellole, fu ucciso nel settembre 1988 a Baia Domizia nei pressi della sua abitazione. Secondo un pentito, esponente del clan Muzzoni, Giuseppe pagò con la vita la sua resistenza a un tentativo di estorsione. Il clan Beneduce, alleato al tempo con i Muzzoni, organizzò una spedizione con la quale intimorire Giuseppe. L’uomo già in precedenza aveva allontanato con coraggio e fermezza gli esponenti del clan, da tempo ormai interessato a mettere le mani sull’attività commerciale della famiglia Mascolo. All’ulteriore reazione di Mascolo, i sicari risposero con un colpo di pistola.
Il figlio del farmacista, Luigi Mascolo, testimoniò per la ricostruzione della dinamica dell’omicidio durante il processo. “Come ogni sera avevo chiuso la farmacia, per poi rincasare. Ciascuno di noi rientrava con la propria macchina. Io ero tornato a casa pochi minuti dopo mio padre, quando mi sono imbattuto in un’auto che si allontanava a tutta velocità. Credendo fossero ladri, li ho inseguiti, per prendere il numero di targa, ma, tornato a casa, ho trovato mio padre riverso sui sedili anteriori della macchina privo di vita”.
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Gli arresti e il processo per l’omicidio di Giuseppe Mascolo
Il processo si è concluso con la condanna a 21 anni per uno dei due esecutori materiali, Lucio Izzo. L’altro, un uomo conosciuto come Toraldo “il guercio”, è deceduto prima che venisse aperto il procedimento giudiziario. Durante il processo fondamentale è stata la testimonianza del figlio del farmacista, Luigi. Luciano Izzo, condannato con sentenza definitiva a venti anni di reclusione per l’ omicidio del farmacista Giuseppe Mascolo, era fuggito dall’Italia dopo il rigetto del ricorso in Cassazione presentato dai suoi legali e l’ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Napoli.
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Nel mese di maggio 2008 è stato catturato dalla polizia nell’aeroporto di Parigi, dove era andato a prendere moglie e figli. Izzo, 44 anni, originario di Sessa Aurunca e residente a Formia, è considerato dalle forze dell’ ordine affiliato al clan Beneduce di Caserta. La polizia lo ha rintracciato pedinando la moglie e i due figli, che avevano acquistato un biglietto aereo per Parigi. Izzo attendeva all’aeroporto l’arrivo della famiglia ed è stato immediatamente arrestato. Le accuse a suo carico sono di associazione a delinquere di stampo camorristico, estorsione, omicidio.
La storia di Giuseppe Mascolo è ricordata nel libro scritto da Raffaele Cantone “Operazione Penepole“, edito Mondadori e nel “Dizionario Enciclopedico delle Mafie in Italia”, edito da Castelvecchi nel 2014.
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