di Maria Francesca Ciriello
Arriva sul tavolo del Ministero la questione dei vaccini anti-brucellosi alle bufale, che per settimane ha coinvolto la zona dell’aversano. Infatti nei giorni scorsi gli allevatori che si opponevano agli abbattimenti dei capi infetti hanno incontrato l’assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Caputo, e con il Presidente del Consiglio regionale, Gennaro Oliviero.
Ad annunciarlo è il Coordinamento unitario difesa del patrimonio bufalino. Il gruppo, guidato da Gianni Fabbris ha infatti comunicato: “Finalmente dopo molti sforzi e molti anni di lavoro, siamo riusciti a riaprire la speranza di trovare soluzioni alla crisi dell’allevamento bufalino, fondate sulla dignità di noi allevatori e sul rispetto degli animali che alleviamo. Siamo riusciti ad ottenere quello che, fino a prima di Natale, sembrava impossibile e per cui ci siamo tanto battuti.
L’apertura di una nuova fase di confronto con le istituzioni, sulla base delle proposte che abbiamo prodotto nel tempo. L’assessore all’agricoltura della Regione Campania ha annunciato che le nostre proposte sono al vaglio del Ministero della Salute. Diamo atto alla Regione di un primo importante passo che introduce due fra le principali proposte da noi avanzate: la vaccinazione e l’autocontrollo. Una volta che il ministero si sarà espresso si potrà produrre una nuova proposta e aprirà il confronto con le parti sociali e con noi. Solo in quel momento, potremo entrare nel merito delle ulteriori proposte di attuazione di quei principi”.
Le proteste del Coordinamento unitario difesa del patrimonio bufalino
Al centro delle proteste del Coordinamento sono stati i piani di intervento della Regione Campania sulla brucellosi bufalina. Un fronte di protesta che ha già visto gli allevatori scendere in piazza più volte, soprattutto nel Casertano, per chiedere il ricorso a strumenti alternativi agli abbattimenti, come il vaccino anti-brucellosi. Il piano di eradicazione regionale, accusano gli allevatori casertani, ha portato solo all’abbattimento ingiustificato di decine di migliaia di capi con sospetta brucellosi, poi rivelatisi sani, alla loro svendita alle multinazionali delle carni e alla chiusura di centinaia di allevamenti.
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