di Maria Francesca Ciriello
Il sospetto è che per evitare possibili ripercussioni negative sulla propria sfera patrimoniale, abbiano nominato un prestanome come amministratore di una società di carburanti e gas operante a Mondragone. Secondo gli inquirenti in realtà a gestire l’azienda era una famiglia di imprenditori attiva nel ramo dei combustibili. A seguito di un’indagine coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, i Carabinieri di Mondragone, con la collaborazione del Comando Provinciale dei Carabinieri di Caserta, hanno sequestrato quote e complesso aziendale di una società a responsabilità limitata con sede legale e operativa sul litorale domizio. Nel mirino delle indagini una società dedita al commercio, allo stoccaggio e al di combustibili e carburanti liquidi, solidi e gassosi.
Si tratta di un sequestro che circa quattro mesi fa aveva rigettato il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Tuttavia il riesame, dopo l’appello della Procura della Repubblica, ha confermato il sequestro.
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La società al centro delle indagini della Procura
Il reato ipotizzato è trasferimento fraudolento di valori. Naturalmente le indagini sono ancora in corso, quindi occorre precisare che si presume l’innocenza degli indagati fino a sentenza definitiva. A chiarirlo è la stessa Procura che ritiene che la società sia frutto del delitto di trasferimento fraudolento di valori. Secondo l’accusa infatti le quote erano interamente attribuite, solo fittiziamente, ad un prestanome. L’uomo ricopriva la carica formale di amministratore unico, ma le indagini hanno appurato che si è usato il suo nome come schermo personale realizzato per consentire ai reali titolari e gestori di eludere il pericolo di sequestri e confische, di prevenzione.
Si tratta di persone che formalmente erano estranee alla società e, solo apparentemente, non svolgevano funzioni amministrative. Invece in realtà gestivano il complesso finanziario usando come «firma» quella della persona prestatasi al ruolo di amministratore ufficiale. Il sequestro si è reso necessario in considerazione del pericolo di ulteriori nuovi trasferimenti fittizi e per l’elevata probabilità che la società stessa sia destinata ad un provvedimento definitivo di confisca. A seguito del sequestro è stato nominato un amministratore giudiziario che gestirà i beni societari dell’attività commerciale.
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