di Maria Francesca Ciriello
La Procura di Napoli Nord e i carabinieri del comando antifalsificazione monetaria hanno fermato il business di marche da bollo false spacciate da parcheggiatori abusivi fuori agli uffici pubblici e anche da avvocati per le pratiche giudiziarie nei tribunali. Un vero e proprio mercato, con base tra Napoli e Caserta, con canali di distribuzione nelle altre province campane e a Roma. Le indagini, avviate a gennaio 2020, hanno permesso di individuare il 20 luglio 2020, un centro di produzione clandestino, allestito nella zona di Villa Literno. Qui il principale indagato realizzava, su supporti reperiti in Cina, le marche da bollo false utilizzando sofisticate tecniche.
La falsificazione era possibile grazie a una tecnica innovativa. Tradizionalmente, infatti, la falsificazione consiste nel manuale accrescimento del valore nominale di marche genuine. Secondo quanto emerso dalle indagini invece i falsari agivano con la cosiddetta “stampa di personalizzazione su supporti in bianco”. I supporti provenienti dalla Cina riportavano quindi lo stemma della Repubblica italiana, l’intestazione e gli elementi di sicurezza falsificati. Essi potevano essere poi personalizzati grazie a laboratori dotati delle apparecchiature necessarie sia hardware sia software. Le investigazioni hanno permesso di individuare sei direttrici distributive, gestite da “intermediari”, localizzati a Roma, Napoli, Caserta, Avellino e Salerno.
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La distribuzione delle marche da bollo false
È stato inoltre possibile individuare anche le responsabilità di un parcheggiatore abusivo. L’uomo, operando a Napoli nelle aree adiacenti alla Prefettura, all’Agenzia delle Entrate e all’Ispettorato Provinciale del Lavoro, gestiva la distribuzione delle marche false strumentali al perfezionamento dei procedimenti amministrativi trattati da questi uffici pubblici. Allo stesso tempo è stata individuato un ulteriore canale di smercio, gestito direttamente dal falsario. Si tratta in particolare di una coppia di avvocati esercitanti nel Foro di Santa Maria Capua Vetere, colpiti dall’interdizione dall’attività forense per 12 mesi che, a loro volta, le fornivano ad un avvocato del Foro di Napoli Nord, colpito anch’egli dall’interdizione dall’attività forense per 6 mesi.
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