Confesercenti Campania alza la voce a tutela delle proprie imprese in una situazione economica sempre più drammatica. È quanto emerge dopo i primi due mesi del 2022, alla fine di uno studio dell’Osservatorio di Confesercenti. “Lo Stato sta voltando le spalle alle nostre imprese – denuncia Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania e vicepresidente nazionale con delega al Mezzogiorno -, molte delle quali sono sul baratro. Esigiamo dal Governo risposte immediate a partire dalla moratoria. Le imprese che in Italia hanno richiesto la moratoria sono oltre un milione e 300mila. Solo in Campania 320mila su 508mila imprese attive (dati UnionCamere), ovvero circa il 68%, quelle che hanno richiesto prestiti e finanziamenti per sostenere la crisi economica dovuta alla pandemia”.
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Imprese in Campania in crisi
“Nel Mezzogiorno – continua Schiavo – il 78% delle imprese si è indebitato nello stesso lasso di tempo. Le 320mila imprese campane si sono indebitate a causa del Covid per poter pagare i costi fissi come fitti, utenze e tasse, per evitare la chiusura dell’attività, poter sopravvivere l’azienda e le famiglie. Di queste 320mila la maggior parte già dall’1 gennaio è costretta a pagare alle banche rate altissime per i prestiti. L’imprenditore in Campania da un lato deve far fronte ai debiti precedenti, dall’altro pagare quelli maturati nel terribile periodo del Covid”.
Uno scenario difficile con l’economia non ripartita e il caro bollette che amplifica le perdite, oltre alla instabilità per la guerra. In Italia il valore economico degli scambi commerciali import/export con i paesi russofoni pesa per un fatturato di 12.5 miliardi di euro (2.5 solo per il turismo). “L’economia attuale non consente incassi adeguati per iniziare a recuperare – sostiene Schiavo – e le previsioni per l’immediato futuro sono negative. Basti pensare che ai saldi si è incassato il 30% rispetto al 2019 perché i consumatori non hanno soldi”. Le imprese stanno imboccando la strada del fallimento.
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Confesercenti Campania: togliere l’Iva dalle bollette
“Sono più di 70mila – dice Schiavo – le aziende che non hanno pagato i mutui di gennaio e febbraio, le banche le hanno iscritte alla Crif (sistema informativo creditizio) e nel breve periodo tali imprenditori vengono considerati “cattivi pagatori” presso tutte le banche e le finanziarie e l’intervento successivo di Mediocredito, a favore delle banche, espone le loro aziende all’aggressione e poi al fallimento. Questo è lo scenario terrificante che il Governo non considera. Lo Stato è sordo e cieco e in questo scenario terrificante migliaia di aziende rischiano il fallimento”.
Confesercenti precisa anche l’aumento delle bollette per energia in media dell’80-90% con le 508.000 imprese attive che pagano 150 milioni al mese in più, ovvero 2 miliardi di euro l’anno, dei quali 440 milioni di IVA. Una montagna di euro che si amplificano considerando le spese private degli imprenditori e dei consumatori: le 2.189.000 famiglie in Campania devono sopportare un aumento di 180 milioni al mese, oltre 2 miliardi l’anno, 216 milioni di IVA ogni 12 mesi. “Ecco perché – aggiunge Schiavo – bisogna ridurre o azzerare l’Iva per il 2022”. Confesercenti Napoli e Campania propone risposte immediate: “Attivare – spiega il presidente – la moratoria per tutto il 2022, ridurre o cancellare l’Iva per quest’anno, ridurre il costo del lavoro perché ancora oggi l’azienda che assume paga allo Stato il 68% in più di tasse e contributi”.
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