Nelle oltre 60 pagine di spiegazione del bando per le misure di rigenerazione urbana, che la legge di bilancio ha esteso ai Comuni con meno di 15mila abitanti in forma aggregata, vi sono aperte contraddizioni con il bando stesso. Le Faq ad esempio introducono la necessaria contiguità tra Comuni, quando invece nel bando non è espressa. Prevedono anche che il Comune capofila faccia entrare nel suo programma delle opere pubbliche le opere di altri Comuni. Come se questo fosse possibile, e invece non lo è”.
Lo segnala in una nota Marco Bussone, presidente dell’Uncem, l’Unione delle comunità montane, a detta del quale “errori di questo genere non sono accettabili perché gettano nella difficoltà estrema tutti i Comuni che stanno predisponendo progetti e dossier, con moltissima fatica e pochissima chiarezza di decine di pagine scritte dal Ministero”. A detta di Bussone inoltre “è ancora più assurdo e da correggere” aver scelto “come unico criterio di valutazione dei progetti l’indice di vulnerabilità sociale e materiale dei Comuni.
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Il piano di Rigenerazione urbana potrebbe interessare anche la Comunità Montana “Monte S. Croce” con sede in Roccamonfina comprende i territori degli otto Comuni di Conca della Campania, Galluccio, Mignano Monte Lungo, Presenzano, Rocca D’Evandro, Roccamonfina, San Pietro Infine e Tora e Piccilli. Ha una estensione territoriale di circa 25.040 ettari.
“Una nuova classificazione Istat – continua la nota – della quale non sentivamo la mancanza, che già nel primo bando per grandi città aveva portato forti storture e squilibri nei finanziamenti. A partire da quell’indice si era generato un forte scompenso di progetti finanziati verso il sud. Che poi ha indotto il Governo e il Parlamento, su spinta dei sindaci, a trovare 1 miliardo in più per coprire la graduatoria. Ora – conclude il presidente di Uncem – non dobbiamo cadere nello stesso errore. Si trovino soluzioni per evitare che con questo bando si generino nuovi scompensi tra i territori”.
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