di Maria Francesca Ciriello
Anche se molti aspetti di quanto accade tra il 20 e il 21 aprile 1970 non sono ancora stati chiariti, la nascita del Comune di Cellole si colloca di fatto in quella notte. Il percorso che ha portato all’autonomia da Sessa Aurunca è stato travagliato, ma nella mente di ogni cellolese è chiara la data che segna il passaggio da frazione a Comune autonomo. Non a caso da anni si chiedeva di intitolare una piazza ai moti del 20 e il 21 aprile 1970. Diversi i tentativi che però non sono mai acquisito concretezza. Tra le diverse proposte anche quella di intitolare all’autonomia cellolese il cavalcavia di Cellole, teatro degli scontri più agguerriti.
Cellole avrà finalmente una piazza dedicata all’autonomia. Il Sindaco Guido Di Leone e la sua Giunta hanno approvato la delibera con cui viene ufficializzato il cambio di denominazione. Ad essere dedicata al 21 aprile 1970 e all’autonomia cellolese sarà la piazza dei Martiri. Si tratta dello spazio in cui si incontrano via Michelangelo, via Dante e corso Freda.
Cellole fu riconosciuto ufficialmente come Comune autonomo il 21 febbraio 1973 e iniziò la sua attività il 2 aprile 1975. L’autonomia fu però travagliata e molti aspetti di quanto accade nella notte tra il 20 e il 21 aprile 1970 non sono stati chiariti.
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I moti del 21 aprile 1970 e l’autonomia comunale
Nel 1964 si costituì il comitato per l’autonomia amministrativa di Cellole, che ottenne la presentazione di due proposte di legge affinché fosse dichiarata l’autonomia della frazione Cellole del Comune di Sessa Aurunca. Il 20 aprile 1970, su impulso della Prefettura di Caserta, si riunì a Sessa Aurunca il Consiglio comunale per discutere dell’autonomia cellolese. La proposta di autonomia fu però respinta. Nella notte i cellolesi, ritenendo che i loro interessi e richieste non fossero state considerate attentamente, cominciarono a protestare con un blocco stradale sul corso principale di Cellole, in Piazza Aldo Moro. Furono tagliati alcuni alberi che si trovavano nei pressi della chiesa di San Marco e San Vito. Questi furono disposti sulla strada per bloccare l’accesso al paese. Altri tronchi di alberi furono tagliati da viale Risorgimento e posti in corrispondenza dell’attuale piazza Aldo Moro.
Nella mattina del 21 aprile iniziarono anche le manifestazioni. Cellolesi, di tutte le età, protestarono lungo le strade del paese. Presto ai blocchi stradali si aggiunsero quelli ferroviari lungo la linea Roma-Napoli via Formia. Furono incendiati copertoni presso l’attuale stazione ferroviaria di Sessa Aurunca-Roccamonfina-Cellole e ciò determinò il blocco del transito dei convogli.
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Ventisei le persone arrestate
Le proteste assunsero dimensioni sempre più grosse, tanto da richiedere l’intervento del X battaglione mobile dei Carabinieri di Napoli. Ai moti del 20 e 21 aprile seguì la deliberazione consiliare con cui il Comune di Sessa Aurunca espresse, con voto unanime, la propria approvazione alla proposta di autonomia della frazione di Cellole. Per quanto accaduto in quella notte, 26 persone – giovani e giovanissimi – furono arrestati con l’accusa di istigazione a delinquere, blocco stradale e ferroviario, lesione, oltraggio, resistenza al pubblico ufficiale, incendio e vari reati minori. Gli imputati furono condannati dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere a 21 anni di reclusione. La sentenza fu poi impugnata con successo davanti alla Corte di Appello e la Corte di Cassazione confermò il verdetto della Corte di Appello.
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