Timore per i fondi del Pnrr, indispensabili per affrontare la crisi economica e rilanciare il territorio. Si riassume così, con varie sfaccettature, dovute alla differente appartenenza politica, la posizione di molti amministratori e politici locali intervistati dal Caffè di Baia Domizia sull’attuale crisi del governo Draghi, in attesa del voto di fiducia domani in Senato.
Una posizione vicina a quella esposta nella lettera aperta bipartisan dei sindaci sulla crisi di governo in atto, firmata anche dal presidente di Anci Campania e sindaco di Caserta, Carlo Marino, oltre ai primi cittadini di moltissime importanti città italiane, sebbene come detto rimangano differenze sostanziali nella lettura della crisi in atto.
Politica locale e crisi del governo Draghi
Giovanni Iovino (consigliere provinciale e vicesindaco di Cellole). Nella situazione attuale serve la stabilità politica, ci sono in ballo troppi progetti importanti come il Pnrr, che deve andare avanti ed essere attuato. Se andiamo verso le elezioni, peraltro con un sistema elettorale dal quale non sappiamo se uscirà una maggioranza reale oppure costringerà a nuove maggioranze composite, creiamo le condizioni di nuova instabilità. Meglio se il governo Draghi prosegue fino al termine naturale della legislatura.
Carlo Montefusco (sindaco di Roccamonfina). Con il Pnrr abbiamo l’occasione per valorizzare le bellezze naturali e artistiche del nostro territorio e migliorare le infrastrutture. Per fare questo serve, però, stabilità politica sia a livello locale che centrale, con uno Stato nel pieno delle sue funzioni per garantire una macchina amministrativa funzionante e uno Stato. Altrimenti c’è il pericolo che tutto si blocchi nelle maglie della burocrazia.
Lorenzo Di Iorio (sindaco di Sessa Aurunca). Per cultura e tradizione politica sono sempre stato per la stabilità dei Governi. Oggi che sono Sindaco lo sono ancor di più, perché oltre agli aspetti prettamente partitici sento forte la responsabilità verso quei cittadini che ravvedono in noi amministratori locali l’immagine della politica. Non posso condividere che un Governo vada in crisi nel pieno di un’ emergenza sociale ed economica, come quella che stiamo vivendo. Non bastasse questo, trovo davvero immorale che il terreno di scontro sia diventato il Decreto Aiuti. Credo anzi, che tutti noi politici dovremmo accollarci la nostra parte di responsabilità pur di uscire da questa crisi, che sebbene determinata dalla Pandemia prima e dal Conflitto in Ucraina poi, può essere gestita solo da un Governo stabile e con una maggioranza larga nei numeri e nelle vedute come quello di Mario Draghi.
Ciro Marcigliano (consigliere provinciale Pd). Non è il momento di una crisi di governo, dopo due anni di pandemia e una guerra in atto. Sono pienamente d’accordo con la linea del Partito democratico, il Movimento 5 Stelle torni sui suoi passi. Questo governo in Europa e nel mondo sta facendo bene, se c’è una voce influente in Europa per l’Italia è quella di Draghi. Invece con una crisi di governo da qui a ottobre rischiamo l’emergenza sociale ed economica, quando le famiglie devono affrontare anche i rincari dell’inflazione: un vero e proprio disastro.
Alberto Verrengia (consigliere comunale di Generazione Aurunca). Dal punto di vista politico il mio giudizio da consigliere comunale di centrodestra è che siamo di fronte a una crisi voluta da un partito, il Movimento 5 Stelle, e indirettamente dai loro alleati del Partito democratico. Se si andasse alle elezioni non sarebbe uno scandalo ma il modo per ridare voce agli elettori. Bene se il governo Draghi va avanti col suo lavoro, ma solo senza il Movimento 5 Stelle all’interno, perché hanno dimostrato di essere un interlocutore inaffidabile.
Silvio Sasso (ex sindaco di Sessa Aurunca e consigliere comunale). Condivisibili gli appelli che a livello politico, istituzionale, sociale ed economico si stanno alzando per la stabilità e la continuità del Governo. II Parlamento si mostri all’altezza del momento storico e dell’interesse nazionale.
Antonio Fusco (consigliere comunale ex candidato sindaco). Sottoscrivo l’appello “Draghi resti premier” e dico avanti con o anche senza M5S fino a fine legislatura. Siamo in una fase delicatissima e di tutto potremmo aver bisogno tranne che di populismo e di elezioni in piena crisi ritrovandoci poi con l’ennesima maggioranza incapace di governare. È in arrivo un nuovo decreto che ha come obiettivo quello di alleggerire il peso delle bollette e intervenire sul cuneo fiscale, col conseguente aumento delle buste paga. Ci sarà spazio anche per il salario minimo, il reddito di cittadinanza. Previsto, poi, un ulteriore taglio sulle accise della benzina. Il decreto è previsto per fine mese, perdere questa opportunità sarebbe grave soprattutto per chi oggi paga i maggiori effetti della crisi, ossia il cittadino. Stesso discorso vale per i fondi legati al Pnrr.
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