di Maria Francesca Ciriello
Assolti dall’accusa di omicidio colposo il gestore del campo e gli organizzatori della manifestazione sportiva in memoria di Leonardo Rinaldi. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha infatti rigettato l’opposizione presentata dai familiari di Mirco Ciprino a seguito della richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero. Le cinque persone che erano state denunciate sono quindi state assolte.
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Mirco Ciprino, il malore durante una partita di calcetto
Nella serata di giovedì 27 giugno 2019, durante una partita di calcetto nell’ambito della seconda edizione del “Memorial Leonardo Rinaldi”, Marco Ciprino, 30 anni, originario di Sessa Aurunca e titolare del Bar Duomo, ha accusato un improvviso malore, accasciandosi sul campo di fronte agli occhi di amici e spettatori. La situazione è subito parsa drammatica. Sul posto intervengono gli operatori del 118, che trasportano d’urgenza il giovane in ospedale. Nonostante l’intervento dei medici, dopo qualche ora il cuore di Mirco Ciprino ha smesso di battere. Nella mattinata di venerdì 28 giugno giunge la notizia del suo decesso del giovane.
La denuncia dei familiari
I familiari della vittima hanno quindi sporto denuncia contro il gestore del campo di calcetto e quattro organizzatori della manifestazione sportiva in memoria di Leonardo Rinaldi. A seguito della denuncia il Pubblico Ministero della Procura di S. Maria aveva presentato al gip proposta di archiviazione alla quale si opposero i familiari di Ciprino. Nel corso dell’udienza dinanzi al gip, le difese del gestore del campo e degli altri quattro, chiesero l’archiviazione del caso per mancanza di nesso di casualità tra l’evento morte e la mancanza del defibrillatore presso lo stabilimento, motivo per il quale si era proceduto per il reato di omicidio colposo.
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La denuncia della famiglia di Ciprino si fondava su quanto dichiarato dall’infermiere che prestò il pronto soccorso. L’infermiere infatti dichiarò che se avesse avuto il defibrillatore avrebbe potuto fare di più. Grazie all’intervento dell’infermiere, Ciprino giunse in ospedale mentre era ancora in vita, cessando di vivere solo nelle prime ore del mattino. Di diverso avviso è stato però il giudice secondo cui l’aritmia mortale si è presentata da subito gravissima. Il mancato tempestivo impiego del defibrillatore quindi non ha alcun penale.
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