La storia di Roccamonfina. Parte 2: dal Seicento all’Unità d’Italia e cenni storici sulla vita di Nicola Amore, da cittadino di Roccamonfina a sindaco di Napoli e senatore. Le fonti dell’articolo sono in fondo al pezzo e sono estrapolate dal sito del Comune di Roccamonfina.
Nel Cinquecento il possedimento di Roccamonfina passò a Consalvo di Cordova quale ricompensa per le battaglie vinte. Ereditato dalla figlia Elvira fu venduto dal nipote Consalvo a Luigi Carafa di Marra, principe di Stigliano per quindicimila ducati; passò alla vedova del figlio di questi: Elena Aldobrandini nel 1615 la quale amò molto Roccamonfina tanto che investì notevoli somme di danaro per abbellire la piazza e migliorarne le vie d’accesso al centro urbano.
La figlia di Elena, Donn’Anna Carafa, alla morte della madre e dei fratelli divenne una delle donne più ricche e potenti del Regno di Napoli e forse d’Italia. Filippo IV, Re di Spagna le impose di sposare Don Ramiro Filippez De Gusmann, Grande di Spagna e Duca di Medina, il matrimonio fu celebrato nel 1636 e Don Ramiro divenne Vicerè di Napoli.
Il periodo successivo vedrà la rivolta di Masaniello a Napoli e nell’alto casertano si afferma la figura rivoluzionaria di Domenico Colessa detto Papone che portò i roccani a parteggiare attivamente per la Repubblica, ma l’aspra repressione finì in un bagno di sangue con saccheggi e incendi per Roccamonfina e l’esecuzione di Papone in piazza Mercato a Napoli (24 luglio 1648).
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Storia di Roccamonfina dal Settecento all’Unità d’Italia
Alterne vicende di carattere ereditario portarono Roccamonfina a passare dai Gausmann di Lass Torres ai Conti di Luzan dopo l’occupazione austriaca da parte dell’Arciduca Carlo figlio di Leopoldo I (1707). Successivamente Filippo V nel trattato di Rastad decretò che i feudi ritornassero alle famiglie rimaste fedeli alla Spagna, quindi Roccamonfina doveva ritornare in possesso dei Gausmann. Con l’avvento di Carlo III di Borbone furono messe in atto una serie di riforme illuminate anche grazie alla presenza di un primo ministro, Bernardo Tanucci, profondo conoscitore dei problemi del popolo; furono aboliti i feudi che vennero dichiarati terre regie e tale fu la sorte di Roccamonfina che conservò tale status anche durante il governo di Bonaparte-Murat.
Il feudo di Roccamonfina ha goduto di diversi privilegi tra cui la possibilità di eleggere i propri Sindaci in pubblico Parlamento; come un piccolo stato era diviso in quattro quartieri: Gallo, Garofali, Fontanafredda e Torano, ognuno amministrato da un Sindaco. Tale sistema durò fino al 1807 poi si passò al Sindaco unico il primo dei quali fu Tommaso Rao che ritroviamo anche nel periodo murattiano. Il fenomeno del brigantaggio trovò un clima fertile tra queste montagne durante il passaggio dal Regno delle due Sicilie a quello Sabaudo. Successivamente la cittadina si avviò ad un lento processo di crescita culturale che si è integrata con le tradizioni ed è, ancora oggi, ancorato alle salde radici contadine ed ai valori della famiglia e di rispetto verso la natura.
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Nicola Amore cittadino di Roccamonfina
Tra le figure più eminenti a cui Roccamonfina ha dato i natali spicca su tutte Nicola Amore. Nato il 18 aprile del 1828 da famiglia benestante, giovanissimo si trasferì a Napoli per completare gli studi. Perito chimico, laureatosi in legge fu figura eminente del foro napoletano; nel 1862 venne nominato Questore di Napoli e operò difendendo l’unità nazionale contro i movimenti separatisti. I suoi molti meriti gli valsero l’elezione di deputato nel collegio di Teano. Nel 1884 divinne Sindaco di Napoli e affrontò il colera che periodicamente assaliva la città e trovava terreno fertile nelle precarie condizioni igienico sanitarie e l’elevata densità di popolazione dei quartieri detti fondaci.
In modo geniale Nicola Amore comprese che Napoli aveva bisogno di risanamento urbanistico, lavoro e igiene. Fece della questione di Napoli la questione del meridione ed ottenne una legge speciale con finanziamenti elevatissimi per quei tempi. Napoli venne trasformata in una città moderna con una rete fognaria di concezione avveniristica, completò l’acquedotto del Serino, costruì il Rettifilo, la Galleria Umberto, il tunnel di Fuorigrotta. Amatissimo e rispettato, lasciò i suoi averi alla fondazione omonima che per statuto deve sostenere i più deboli e che è strettamente legata a Roccamonfina.
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Statua di Nicola Amore.
Fonti :
- Storia di Roccamonfina del Can. Parr. Fabrizio Tabellario (1948)
- Atti del Convegno “Conoscere il Roccamonfina – Il Geosito” (Roccamonfina, Palazzo dei Congressi, 11- 07- 2009)
- Atti del Convegno “Conoscere il Roccamonfina – L’Architettura” (Roccamonfina, Palazzo dei Congressi, 11- 09- 2010)
- Atti del Convegno “Nicola Amore – Un cuore di Roccamonfina pulsa nella Napoli Romantica” (Roccamonfina , Palazzo dei Congressi, 4-12-2010)
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