Il 18 ottobre 2023, la celebre piattaforma di social media X, precedentemente nota come Twitter, ha avviato una sperimentazione di un nuovo modello di tariffazione annuale per l’utilizzo delle sue principali funzionalità. In passato, tali funzioni erano offerte gratuitamente, ma ora gli utenti in Nuova Zelanda e nelle Filippine dovranno pagare un costo per usufruirne. I nuovi utenti di queste regioni dovranno sborsare l’equivalente di un dollaro americano per poter pubblicare, rispondere o interagire con i post di altri utenti.
X sostiene che questa mossa è finalizzata a ridurre la presenza di messaggi indesiderati, la manipolazione della piattaforma e le attività sospette generate dagli account automatizzati. Oltre a questa nuova tariffa, la piattaforma offre altre opzioni a pagamento, le quali garantiscono funzionalità aggiuntive non disponibili per gli account standard. Ad esempio, gli utenti possono scrivere messaggi che superano il limite standard di 240 caratteri. Tuttavia, durante questa fase di test, X permetterà ai nuovi utenti di registrarsi gratuitamente, ma potranno interagire con gli altri solo a seguito del pagamento della tariffa annuale.
In un comunicato, il social media X ha dichiarato che questo test servirà a valutare se una modesta quota può contribuire a contrastare le attività sospette, mantenendo nel contempo l’accesso alla piattaforma a un costo contenuto. La piattaforma si è altresì impegnata a condividere i risultati di tale esperimento nel prossimo futuro.
Questo annuncio giunge a sole due settimane di distanza dal momento in cui il proprietario dell’azienda aveva discusso l’idea di introdurre una tariffa per tutti gli utenti, come soluzione al problema dei bot e dello spam sulla piattaforma. Pare che il social media stesse prendendo in considerazione un modesto pagamento mensile.
Sin dalla sua acquisizione per 44.000 miliardi di dollari, l’obiettivo principale dell’azienda è stato sempre quello di eliminare i bot e lo spam automatico. Tuttavia, le iniziative intraprese non solo si sono proposte di risolvere tale problematica, ma anche di aumentare i ricavi della società. Infatti, prima dell’acquisizione, la piattaforma aveva registrato perdite in sette degli ultimi dieci anni.
Le nuove politiche adottate da X hanno portato alla chiusura di diversi programmi di terze parti che interagivano con la vecchia versione di Twitter. Tra questi figuravano applicazioni sviluppate da terze parti e programmi utilizzati dai ricercatori. A oggi, l’accesso ai dati di X ha un costo che molti non possono permettersi.
Recentemente, anche Facebook e Instagram hanno esplorato l’idea di introdurre versioni a pagamento dei loro servizi in Europa. Tuttavia, in questo caso, l’obiettivo sembra essere quello di soddisfare le richieste delle autorità preposte alla privacy.
Mentre X introduce queste significative modifiche, il mondo digitale osserva con attenzione. Molti si chiedono se altri colossi dei social media seguiranno l’esempio di X, rendendo le piattaforme meno accessibili a coloro che non possono permettersi di pagare. Alcuni critici sostengono che tali mosse potrebbero ampliare il divario digitale tra chi può permettersi l’accesso e chi no.